PSICOLOGIA A BORDO CAMPO – Ansia. Alleata o nemica?

Il cuore che batte all’impazzata, le mani sudate, la mente che corre veloce tra mille pensieri: “E se sbaglio?”, “E se non sono all’altezza?”. È il momento prima del fischio d’inizio, dell’ingresso in campo, del colpo di pistola che segna la partenza. Ogni atleta conosce questa sensazione, l’ansia,  un mix potente di adrenalina e tensione che può dare la spinta giusta per superare i propri limiti, oppure diventare una zavorra che blocca corpo e mente. Per poter parlare della specifica condizione che sperimentano gli atleti è necessario fare chiarezza su cosa sia questo demone che colpisce ognuno di noi, e perché sarebbe giusto sdoganarlo. È importante, prima di ogni cosa, comprendere che non è possibile liberarsi totalmente dall’ansia, è innata e in quanto tale ha un suo scopo ben preciso: prepararci all’azione. L’ansia ci aiuta a comprendere cosa sia importante per noi e ci permette di utilizzare al meglio le nostre energie per raggiungere i nostri obiettivi. Come ogni cosa, però, è importante imparare a conoscerla e a sfruttarla, perché se lasciata fluire senza contegno può portare anche ad ampi stati di malessere.  

L’ansia è definita nella letteratura scientifica come uno stato emotivo caratterizzato da sensazioni di tensione, preoccupazione e cambiamenti fisiologici. È una risposta naturale a situazioni percepite come minacciose o stressanti, che può manifestarsi attraverso sintomi cognitivi, comportamentali e fisici. 

Affidandoci sempre alla ricerca fin qui presente, è possibile individuare due tipologie di ansia:

  • Ansia di stato, caratterizzata da una condizione emotiva transitoria che varia in intensità e fluttua nel tempo. È la tipica risposta immediata a quando si deve fare un esame impegnativo o quando ci si deve presentare ad un primo appuntamento.

  • Ansia di tratto, che rappresenta una predisposizione generale a percepire una vasta gamma di situazioni come minacciose e a rispondere a queste situazioni con livelli elevati di ansia di stato. Le persone con alta ansia di tratto tendono a essere più ansiose in generale e a sperimentare questo stato emotivo in una varietà di contesti, indipendentemente dalla situazione specifica. È considerato una dimensione della personalità e riflette differenze individuali stabili.

La specificazione appena effettuata apre le porte ad una considerazione: l’ansia si caratterizza per essere influenzata da aspetti personali e situazionali vivibili ad intensità differente; quindi, ognuno di noi presenta differenti livelli di ansia che possono farci funzionare al meglio o inficiare la nostra prestazione. 

È possibile adesso inserire un altro tassello del nostro puzzle, i comportamenti che si mettono in atto per rispondere alle situazioni ansiogene (che causano ansia). C’è chi si “freeza”, chi mette in atto una serie di rituali come per esempio toccarsi i capelli, battere insistentemente il piede oppure c’è chi si allontana. Ognuno di questi comportamenti rappresenta delle strategie di coping stabili e radicati, ovvero modelli comportamentali inconsapevoli che abbiamo imparato ad attuare in risposta all’ansia perché, nel passato, si sono rivelati utili. Non è detto però che essi rappresentino effettivamente una risposta funzionale ed utile ai nostri obbiettivi, possono alcune volte diventare inefficaci ed anzi procurare un andamento a spirale in cui si è vittima e preda dell’ansia. 

Ritornando al nostro ambito, ovvero la psicologia dello sport e a come essa possa esserci utile per la performance e il benessere, l’ansia non è necessariamente vista in ottica negativa, essa assume il nome di ansia competitiva e vi sono diversi studi che suggeriscono la presenza di un range di intensità all’interno del quale possa effettivamente migliorare le performance degli atleti, e soprattutto che è possibile agire su di essa per acquisire strumenti utili alla sua gestione. 

Nel prossimo articolo verranno districati i misteri che si celano dietro questo fenomeno che colpisce milioni di sportivi, per capire cosa la caratterizza, perché riguarda anche i più preparati, ma soprattutto, come può essere volta a proprio favore. 

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